Teatro

Oh mio Dio!

Oh mio Dio!

Dio, il Signore, il Padre eterno, insomma chiamatelo un po’ come volete, colui a cui tutti hanno rivolto almeno una volta nella vita un insulto, è malato. Ha perso i propri poteri e soffre da circa 2500 anni di depressione. Ora però ha deciso di farla finita: ucciderà ogni essere umano così da  poter svanire. Prima di giungere a questa sommaria sentenza, sarà perchè dopotutto quel mondo era sua creatura, vuole fare un ultimo tentativo e affidarsi alla psicoanalisi.

Nasce così una scena più che assurda in cui Dio, Vittorio Viviani, si trova a raccontarsi nello studio della rinomata psicologa Ella, madre single di un ragazzo autistico, interpretata in tutta la sua integrità da Viviana Toniolo, con un continuo scambio di battute che alternano odio e dolcezza. Il teatro Duse che nella quarta settimana di Gennaio ha accolto la compagnia Attori & Tecnici in questa bizzarra rappresentazione, si riempie di occhi strabuzzati e grandi risa.

Anat Gov, famosa scrittrice israeliana nonché autrice di questo testo riesce, come solito nella sua cultura, a creare una situazione assolutamente impossibile ma che concede a umanità e divino di ritrovarsi per 100 minuti sullo stesso piano, in un rapporto paritario.

Ella, che inizialmente si professa assolutamente atea, non può che cedere di fronte alla disperazione  del famigerato signor D. e acconsentire ad aiutarlo nonostante il tempo a disposizione sia solo di 50 minuti. La chiacchierata però non si fa per niente tranquilla: Ella accusa il paziente di aver creato l’uomo, di avergli dato dispiaceri, di non essersene preoccupato ed egli non può che difendersi miseramente riconoscendo i suoi errori e la mancanza di una soluzione. I due si ritrovano così pazienti l’uno dell’altro; insieme alla ricerca di un modo per sciogliere l’intreccio.

Ripercorrendo le tappe della creazione lentamente sbroglieranno la matassa e conosceranno l’elemento magico di cui Dio ha bisogno per continuare le sua azione e gli uomini per proseguire nella propria vita.
Il senso liberatorio indotto dalla rappresentazione è sicuramente di gran valore anche se volentieri alcune battute che dovrebbero indurre risate risultano esagerate e portano a domandarsi se l’errore sia della messa in scena e delle scelte italiane o dell’originale ebreo.

Ciò a parte, il paradossale incontro lascia il pubblico abbastanza soddisfatto e trascina negli animi quell’accento caratterizzante della tradizione yiddisch che porta sempre l’uomo a interagire con la vita di lassù.

Alunna della classe III, Liceo Classico D'Oria, Genova

Recensione relativa allo spettacolo: 

OH DIO MIO! di Anat Gov
Regia di Nicola Pistoia
Compagnia Attori e Tecnici
21 Gennaio 2014 / 26 Gennaio 2014 - Teatro Duse